La resa dei conti.
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Ora sarete assaliti da mille dubbi, ripenserete a tutte le volte che, pur sapendo di aver tralasciato o travisato qualcosa, avete tirato dritto. Vi verranno dubbi sulla stagionatura dei legni, sulle saldature, sugli incollaggi, su tutto quello che avete fatto fin qui. E probabilmente un po’ di timore di fare quello che state per fare ce lo avete. E se non suonasse, se suonasse male, se… Vi tranquillizzo subito con una frase storica : “non c’è niente di peggio di una chitarra nuova”, il che significa che , comunque vada, la chitarra non è ancora finita, benchè lo sembri, e che vi aspetta un lungo periodo di rodaggio, di regolazioni e di modifiche. Per cui non aspettatevi, appena accesa, il capolavoro del secolo. Se è destino che lo diventi, comincerà fra molto e molto tempo. Se no, sarà comunque una buona chitarra, al pari di altre e certamente superiore ad altre ancora, e, in più, sarà il frutto del vostro lavoro e della vostra fatica. |
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Ecco l’ultima tabella di marcia :
…sbranggg !!!
Ora potete chiamare gli altri e stappare la bottiglia che era in frigo da pagina 1 ! Non vi aspettate, ve l’ho detto, di suonare subito come sulla vostra vecchia chitarra, dovete fare ancora molto. Anzitutto suonarci tutti i giorni, per scoprirne i lati nascosti e le manchevolezze e sregolazioni da correggere, ma soprattutto per dare modo ai legni di “tirar fuori” tutto il loro potenziale di armoniche. Quando tutti sono andati via, e restate soli con lei, allentate le corde, scalzatele quello che basta per alzare il nut e metterci sotto una goccia (ma solo una) di cianoacrilato, poi avvitate gli strap buttons e la leva, prendete la macchina foto e sfogatevi, non dimenticandovi di mandarmi la più bella. Carlo Doria Luthier. |
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Cover Prima Indice Introduzione Norme per la cura della chitarra
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Regolazione delle ottave e dei pick ups Warnings