Controllato che tutto vada bene, passiamo al punto 5, il ritaglio del body.

Dato lo spessore, 4,5cm, senza una sega a nastro professionale non sarà una passeggiata.

Potete usare, se lo avete, un seghetto alternativo, che abbia una profondità nominale di taglio di almeno 7 cm.

 In questo caso andate lentissimamente, e tenetevi ben discosti dal segno, perché la lama ha la tendenza ad inclinarsi, e una volta finito il taglio “di fretta”, tra il top e il back può esserci una differenza di mezzo centimetro per parte.

Avrete capito che se non avete attrezzature specifiche dovrete sviluppare ciò di cui l’Italia va giustamente fiera : l’arte di arrangiarsi.

Per cui potrete usare una sega da legno e ricavare il body togliendo il surplus a pezzi, e continuando con una raspa a taglio grosso.

Ciò che conta è che alla fine del lavoro le pareti esterne siano ben perpendicolari alle facce del top e del back.

Ovviamente , mentre il lato degli acuti avrà misure quasi obbligate, a pena di indebolire o addirittura scoprire gli scassi dei controlli, o di passare i limiti del pickguard, dal lato dei bassi avremo una certa libertà di design.

Con una punta inferiore di diametro a quella delle viti, facciamo i fori per gli strap buttons, e avvitiamo, in quello di coda, un gancio o un occhiello.

Se volete fare qualcosa che assomigli al famoso “contour body” delle Fender, tracciate nel back con la matita un semicerchio che vada dall’inizio interno del corno superiore al fondo del body, tenendovi almeno a due dita dallo scasso delle molle e a quattro dallo strap button di coda.

 Girate il body e fate lo stesso nella parte dove appoggiate l’avambraccio destro mentre suonate, tenendovi, per cominciare, a tre dita dal bridge.

La curiosa “meticolosa precisione” nelle misure vi faccia pensare alla libertà che avete in questa operazione.

 Fate solo attenzione a non avvicinarvi troppo alle parti vitali dello strumento.

Togliete legno con una pialla tenuta inclinata, dopo aver fissato il body al tavolo con una coppia di strettoi.

 

Proseguite il lavoro con la raspa, a passate lunghe e regolari.

Io tengo il manico della raspa con la sinistra e la punta con la destra, e do le passate verso il basso, tirando verso di me.

Secondo me è il metodo più efficace e con meno possibilità di fare tragici errori.

Dopo la raspa passate alla lima, o, se siete stati abbastanza bravi, alla carta abrasiva da 120, rigorosamente montata su un blocco di legno.

Al fine di avere poi, una volta verniciata, una superficie che “si veda”, cercate di fare le nuove due sfaccettature piane, non bombate o concave.

A questo punto potete  arrotondare tutti gli spigoli.

L’attrezzo più adatto è la lima, seguito dalla carta da 120 e da 220.

Carteggiate a lungo con la 220, perché questa operazione farà risaltare tutte le magagne.

Se i miei calcoli sono esatti e avrete seguito le mie istruzioni, è il momento di comprare altra carta abrasiva !

Non siate avari in questo, man mano che la carta si consuma, sostituitela.

Soffiate la polvere col compressore o col vecchio metodo “bocca e pennello”, e salteranno fuori buchi e ammaccature.

I buchi purtroppo andranno riempiti (di pasta di legno, shellac, vernice, etc.) e la cosa si vedrà un po’, ma per le ammaccature c’è un vecchio rimedio.

Prendete una pezzuola di cotone pulita e bianca , bagnatela e strizzatela.

Colate una goccia di acqua nella ammaccatura .

Accendete il saldatore.

Quando è  ben caldo ( e la goccia è stata in parte assorbita), posate la pezzuola bagnata sulla parte da trattare , col saldatore create vapore sulla ammaccatura.

Questa, come per miracolo, “rinverrà”.

Se non è troppo profonda o sbrecciata in due o tre passate sparirà del tutto.

Se no insistete fino a che la cosa avrà effetto, poi rassegnatevi, la “botta” era troppo profonda.

A questo punto dovreste avere manico e body pronti per essere uniti e allineati.

 

 

 

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