Se dovesse succedere puliamo subito, carteggiando anche molto delicatamente.
Prepariamo le superfici per l’incollaggio.
Gli studi del dipartimento americano che si occupa della tecnologia del legno (a quando un centro studi come il loro anche dalle nostre parti?), hanno dimostrato che non si ottiene giovamento dal rendere scabre due superfici lignee da incollare, ma anzi , bisogna aumentare al massimo la superficie di contatto, cioè carteggiare bene. A tale scopo , con la 220 montata su un blocchetto di legno duro e liscio, carteggeremo acero e rosewood, dopo aver sgrassato quest’ultimo con un po’ di acetone. Prima di incollare faremo necessariamente una prova “in bianco”, cioè senza colla, usando almeno sei strettoi messi in opera come se fosse già l’incollaggio vero. Verificati allineamenti e giustezza del tutto, smontiamo e prepariamo gli strettoi, già aperti, in una posizione che siano facilmente raggiungibili con una mano sola. Prepariamo uno straccetto imbevuto di acqua (possibilmente calda o almeno tiepida), e diversi fogli di carta assorbente da cucina, nonché uno straccio pulito, di quelli che non lasciano il pelo. Con un piccolo pennello spalmiamo di colla (alifatica o vinilica) sia il sotto della tastiera che la corrispondente superficie di acero.
Nota: Leggo spesso sulle riviste italiane di persone che giudicano la qualità di uno strumento dalla quantità dei residui di colla che trovano, ad esempio, all’interno di una chitarra acustica.. Questo, se mal interpretato, potrebbe indurre a pensare che meno colla si usa e meglio è. Non c’è niente di più sbagliato, ci vuole la colla che ci vuole, e nel caso delle resine alifatiche e delle colle viniliche direi anzi che deve essere piuttosto abbondante, perché la sua tenuta è molto legata allo “squeezing”(compressione).
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Semmai il rinvenimento di abbondanti residui di colla non sempre significa che l’incollaggio non sia stato fatto bene, ma che l’autore abbia invece trascurato di pulire bene i debordi, cioè che lo strumento sia stato costruito un po’ di fretta Ed è quello che succede negli strumenti di fabbrica a basso costo, dove tentano di risparmiare anche i minuti secondi, con i risultati che si vedono e si sentono.Fine nota.
Sovrapposti i pezzi e messi in opera gli strettoi, cominceremo a stringere, di modo che la colla fuoriesca , agendo così nel modo migliore. Con lo straccetto bagnato e con la carta puliamo la colla schizzata fuori man mano che esce, senza lasciarla rapprendere. Ad ogni pulita ,diamo un “giro” di strettoio, uscirà altra colla, che puliremo subito , e così via, finchè non ne esce più. A questo punto facciamo riposare il tutto 24 ore. L’indomani toglieremo gli strettoi e quella poca colla che sia eventualmente sbordata nottetempo. Controlliamo che il truss rod estraibile sia estraibile davvero e questa prima importante operazione è finita. Aggiungo che è importantissimo evitare che la tastiera scivoli durante l’incollaggio. A tale scopo aiutatevi con un paio di chiodini sottilissimi, fissati nella scanalatura dei tasti 1 e 22, ma non fidatevi, controllate sempre ad ogni giro di strettoio, e se il caso , riposizionate la tastiera. Le colle citate, bianca o gialla, hanno un tempo di riposizionamento di almeno 10 minuti, approfittatene. Curate anche che lo strettoio messo sulla scanalatura del nut sia ben serrato, se no, quando farete l’operazione di sagomatura della paletta descritta nella pagina che segue, avrete la sorpresa di trovare una “rigaccia”di colla, o, peggio, un piccolo vuoto(se non avrete messo abbastanza colla) proprio nell’ansa , in corrispondenza dell’incontro fra i due legni. Sicuri di aver fatto bene l’unione tra manico e paletta, passiamo oltre.
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Regolazione delle ottave e dei pick ups Warnings