Introduzione |
Questo libro non è un "bel libro". Non lo è nel senso
della sua estetica , non lo è nella carta né nella sua rilegatura, nelle
foto o negli schemi. Del resto sotto questo aspetto non sono "bei libri" neanche molti testi americani famosi dove ho studiato io. Anzi spesso sono di carta riciclata, rilegati a spirale o ancora più poveri. Dato l’argomento, che, rispetto ai grandi romanzi e saggi d’autore, interessa a così poca gente, il budget non poteva essere che limitatissimo. I libri dei miei maestri americani costano dai 30 dollari in su, e sono a volte appena più ricchi di questo, se si può parlare di ricchezza una volta che si è risparmiato su carta, rilegatura, foto, persino sulle parole, per farlo rientrare nelle 64 pagine. Non c’era altro modo per farlo costare così poco. E questo era doveroso, perché esso è principalmente indirizzato ai ragazzi, a quei ragazzi che non sempre hanno centomila lire per farsi arrivare un libro dall’America, e che non hanno voglia di mettersi a studiare o ristudiare l’inglese per soddisfare una passione che sta nascendo o che forse non nascerà mai. La grande forza di questo mio piccolo contributo è che è un manuale scritto in italiano. Potrà sembrare strano, ma questo è il primo e per ora l’unico manuale di avvicinamento alla liuteria in lingua italiana. (ancora lo è adesso, maggio 2005...) Nel mondo ci sono una cinquantina di titoli in tutto, un paio tedeschi, due francesi e il resto americani o comunque in lingua inglese. Sembra incredibile, ma è così. Pensate che l’unica biografia di Stradivari reperibile al momento è una edizione del 1902 dei fratelli Hill, edita a Londra, ovviamente in inglese. Quando parlo di lingua italiana i puristi storceranno il naso, perché proprio aulica non è, così piena di espressioni colloquiali e di uso improprio, ma a mio parere doveroso, di termini americani. Del resto si parla di una cosa , la chitarra elettrica, nata e sviluppatasi in America, quindi mi è sembrato logico, anche in funzione propedeutica allo studio dei testi dei maestri d’oltreoceano, abituare il lettore alla conoscenza dei termini tecnici liuteristici che non si trovano neanche nei dizionari americani.. Non è solo un problema di cultura, è che è un mestiere antico che sta morendo, che interessa solo una piccolissima parte della popolazione di qualsiasi stato del mondo, e, come tale, andrebbe recuperato al pari di qualunque altra forma di artigianato. Oggi le chitarre le fanno nelle fabbriche in venti minuti : che senso ha allora che noi spendiamo diversi mesi della nostra vita per avere, senza approfondire l’esame, lo stesso risultato visivo? Una differenza ci deve essere fra i due risultati. Ed è l’anima. Le chitarre di liuteria portano con sé tutta una serie di emozioni e di episodi che la rendono viva, non sono il risultato di una serie di operazioni pianificate, spesso con la spada di Damocle del profitto obbligatorio sospesa per tutto il tempo. Non giudicate mai le chitarre, e neanche gli uomini, da come appaiono, da quanto è lucida la vernice o da come sono reclamizzate bene : imparate a guardare le chitarre con le orecchie, chè gli occhi nella musica hanno troppi limiti. Scoprirete come, se è vero che ogni volta che nasce una chitarra muore un albero, l’anima di questo rivive nel suono della musica e nel piacere che ci dà, e nel come ci migliora. Ogni volta che prenderete in grembo la chitarra che vi siete fatti da soli, pensate anche all’albero che ve la ha regalata, e al grande dono che continua a farvi ad ogni nota. Carlo Doria. |
Cover Prima Indice Introduzione Norme per la cura della chitarra
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