Verniciatura e lucidatura

 

La cosa più importante è la preparazione.

Ogni foro, scanalatura, avvallamento deve essere riempito o spianato.

A tale scopo i prodotti da usare sono parecchi, dai nomi ovviamente americani, ma a volte reperibili anche dalle nostre parti.

Si tratta in sostanza di paste di legno o di materiali sintetici, purtroppo tutte in una certa misura visibili sotto ad una verniciatura trasparente, o comunque non coprente.

Quindi se volete fare una finitura dove sotto si veda il legno, cercate di lavorare con grande cautela, perché qualunque riparazione o stuccatura si vedrà e molto.

Se invece avete lavorato bene e non possedete gli incredibili(e inavvicinabili)prodotti americani, potrete tappare pori e tutto il resto con lo shellac, cioè il parente ricco della nostra gommalacca.

In mancanza il parente povero andrà più che bene, ma darà una colorazione aranciata, della quale bisognerà tenere conto.

NOTA IMPORTANTE :

spesso si sente dire che sulla chitarra, turati i pori, si dà “il lucido”.

Espressione quanto mai sbagliata e fuorviante.

Sopra semmai si dà il trasparente (clear gloss).

Vorrei spiegare brevemente come funzionano le cose.

Voi vedete la chitarra lucida non perché ci sia sopra “il lucido”, ma semplicemente perché è molto liscia, e l’effetto specchio è dato dalla sovrapposizione di uno strato trasparente su di una superficie che non lo è .

Così gli specchi sono fatti di un vetro sovrapposto ad un amalgama, cioè una sostanza metallica.

Anche i polish e paste lucidanti altro non sono che prodotti blandamente abrasivi che rendono le superfici sempre più lisce, e quindi lucide.

Gli specchi degli antichi altro non erano che “padelle” metalliche rese molto lisce da un opportuno sfregamento.

Quindi il nostro obbiettivo primario sarà quello di avere una superficie il più possibile priva di asperità.

La qual cosa sarà ottenuta per gradi, carta vetrata grossa, poi quella fine, poi il fondo turapori, poi la vernice, poi il polish abrasivo, poi quello meno abrasivo e, infine, il polish da chitarra, delicatissimo.

Il tutto condito con abbondante olio di gomito.

Cominciamo quindi col carteggiare l’intero strumento con la 220, sempre nel senso delle fibre,per poi passare alla 320.

In caso che usassimo poi vernici waterbased, fermiamoci alla 220, perché queste vernici hanno bisogno di ancorarsi bene.

Cerchiamo di turare bene pori e fessure, in mancanza di meglio con la gommalacca spessa data a pennello, con la seguente tabella di marcia

  • Dare una prima mano, far asciugare almeno 12 ore, poi carteggiare con la 220 le superfici piane con un blocchetto, e a mano quelle curve e nei cutaways.
  • Il secondo giorno dare tre mani, intervallate da due ore almeno di asciugatura(regolarsi a seconda dell’umidità dell’aria) , carteggiando a mano molto leggera ogni volta che si incomincia la mano successiva
  • Il terzo giorno idem, e così via, fino a che le superfici appaiano lisce e senza più avvallamenti o asperità.

 

Non c’è purtroppo una regola precisa, dipende dall’umidità, dal tipo e dalla qualità del legno, dalla sua stagionatura, da quanto siamo stati bravi a carteggiare.

A volte prima di vedere i primi risultati passano giorni e giorni : certi legni “giovani” bevono come spugne.

Per cui cercate di non risparmiare quando acquistate , e, se volete avere meno guai, scegliete, per il body, l’Alder, (ontano americano) ,legno notoriamente “closed  pores”.

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